Moghegno-Monterey

La prima risposta alle tante lettere spedite in California nel 2013 è giunta da Gonzales,
una piccola cittadina della contea di Monterey. Wendy e Mike Franscioni ricevettero
la busta indirizzata a Silvio Franscioni, il nome del loro nonno che emigrò da
Moghegno nel 1888. Molte delle lettere che spedii ad indirizzi ticinesi mi ritornarono
con la dicitura “ritornare al mittente”.
Questo progetto presenta una serie di ritratti a famiglie di discendenti ticinesi
emigrati tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento.
Le fotografie sono state realizzate durante alcuni viaggi in America e uno in Australia.
Questa idea è nata inizialmente da una vacanza. Nel 2013 avevo infatti in programma
un viaggio negli Stati del Nord Americani e vista l’occasione volevo trovare una
tematica fotografica da portare in Ticino. L’esperienza del 2013, dove ho fatto tappa
nel Montana, è stata molto bella, infatti a distanza di 2 anni ho voluto riprendere in
mano il progetto e concentrarmi prevalentemente sulla California, dove nel 2015 ho
incontrato diverse famiglie che con entusiasmo mi hanno aperto la porta di casa per
raccontarmi le loro storie.
Le fotografie sono l’ultima parte del progetto: nei mesi precedenti alla mia partenza
mi sono dedicata alla ricerca delle persone, un po’ rintracciando famiglie con i
cognomi che leggevo sui volumi di Giorgio Cheda (quelli in cui vengono raccolte le
lettere che gli emigrati scrivevano alle famiglie in Ticino) e un po’ facendo ricerche via
internet. Si è trattato poi di spedire un centinaio di lettere a queste persone sperando
che qualcuno aderisse al progetto, chi mi ha risposto era molto contento e orgoglioso
di poter raccontare le sfide che dovettero affrontare i familiari nella nuova terra.
Entrando nelle loro case sono rimasta colpita dalle molteplici manifestazioni d’affetto
per la Svizzera, evidenziate dalla presenza di elementi come oggetti e richiami
ticinesi all’interno di un contesto americano e australiano. Circa 27mila ticinesi sono
emigrati in California per lavorare come mungitori di mucche o rancieri.
Molti di loro sono poi diventati proprietari terrieri. A metà Ottocento circa 2’000
ticinesi s’imbarcarono invece per l’Australia. Oltre un secolo e mezzo più tardi, le
tracce di questi “swiss italians” sono ancora ben visibili nello Stato del Victoria dove
a fine 2017 mi sono recata cogliendo l’occasione per portare avanti questo progetto.

“Where is home for you?”.
In Australia, per sapere da dove provieni, si riceve spesso questa domanda.
Trovo sia diverso che chiedere più comunemente: “Dove abiti?”.
Al contrario – Dov’è casa per te’? – può essere concepito in maniera più profonda,
un luogo che non per forza viene contraddistinto dalle mura domestiche.
Questo concetto è uno degli argomenti che ripercorrono il tema dell’emigrazione
ticinese verso la fine dell’Ottocento.