Butte, ticinesi nel Montana

La prima volta che mi sono recata a Butte, nel Montana, è stato nel 2013. Ho incontrato,
per il progetto fotografico dedicato all’emigrazione ticinese «Moghegno-Monterey», i nipoti di
Tony Canonica, un emigrante locarnese della fine del XIX secolo. Pat Mohan mi ha accompagnato
a visitare l’archivio storico della città, il «Butte-Silver Bow Public Archives», dove, con mio grande
stupore, ho scoperto che sono stati molti i ticinesi giunti in questa località. Ho lasciato l’edifi-
cio con un bagaglio di informazioni aggiuntive, diversi ritagli di giornale e un grande desiderio di
poter tornare un giorno con lo scopo di saperne di più sull’argomento. Quel momento è finalmente
arrivato e, grazie alla collaborazione con l’archivio cittadino, ho potuto accedere a una vasta e splendi-
da documentazione fotografica d’epoca che, accompagnata da personali e lunghe ricerche storiche,
mi ha permesso di conoscere come vivevano nel vecchio West alcune famiglie ticinesi:
i Parini, i Vanina, i Canonica, i Campana e gli Strozzi.

Butte, Montana, è una città di circa 30.000 abitanti, capoluogo della Contea di Silver Bow.
Nasce come campo minerario negli anni ‘60 del XIX secolo e, nelle sue prime fasi, diventa molto
importante per l’estrazione di oro e argento. In seguito crebbe in modo esponenziale con l’avvento
dell’elettricità, facilitato dalle grandi riserve naturali di rame della zona. Le miniere attirarono
minatori da diverse parti del mondo: Cina, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e molte altre nazioni,
tra cui la Svizzera. L’enorme afflusso di gente diede a Butte la reputazione di città aperta, dove ogni
vizio era accessibile (saloon, birrerie, quartieri a luci rosse). Alla fine del XIX secolo aveva raggiunto
i 100.000 abitanti, diventando la città più grande tra Chicago e San Francisco. Negli anni ‘90 del XIX secolo,
Butte forniva oltre il 25% del rame mondiale e oltre il 50% di quello statunitense.

Dopo un secolo di economia incentrata sull’estrazione mineraria, negli anni ‘90 la comunità di Butte
ha iniziato una campagna consapevole per diversificare la propria economia. Nuove industrie si sono
insediate nella città, che ha anche iniziato a utilizzare il suo Historic Uptown District, a lungo trascurato,
uno dei più grandi distretti storici degli Stati Uniti, per festival ed eventi pubblici. L’aria che si respira oggi
a Butte è quella di una comunità orgogliosa del suo passato minerario, caratterizzata da splendidi edifici
storici che offrono ai visitatori uno sguardo importante sulla storia del West.

Per certi versi, la parte storica di questa città mi ricorda un po’ una piccola San Francisco,
per i suoi su e giù; è la terza volta che visito questo luogo e l’impressione è sempre quella di tornare
indietro nel tempo… Quando si pensa all’emigrazione ticinese negli Stati Uniti si fa subito riferimento
allo stato della California dove, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, arrivarono circa 27.000 ticinesi.
Alcuni di loro, però, decisero di spostarsi all’interno del Paese in cerca di diverse opportunità lavorative,
e una buona parte arrivò anche in Montana: è proprio per queste realtà quasi sconosciute che ho voluto
approfondire la questione. Sfogliando le fotografie d’epoca che li ritraggono, ho percepito il
desiderio di rispolverare le loro storie cercando di farle «rivivere» attraverso questo progetto fotografico.
Con l’aiuto della stampa su supporto trasparente, ho voluto creare una permeabilità tra il passato e il presente:
l’intento è quello di rendere giustizia alle storie delle loro famiglie evidenziando quanto i loro sacrifici
abbiano contribuito a rendere Butte la città che poi è diventata. È stato interessante scoprire come
diverse famiglie, dopo un primo periodo, si siano insediate nelle campagne circostanti, in particolare nella ma-
gnifica valle di Elk Park, che divenne la patria di diversi contadini ticinesi. Le vecchie immagini
appartengono a due collezioni dell’archivio storico di Butte:
la Clemente Liva Photo Collection e la C. Owen Smithers Photograph Collection;

https://www.swissinfo.ch/ita/l-emigrazione-ticinese-nel-selvaggio-west/48809288